Asiago: sui luoghi delle Grande Guerra raccontati dal nonno

Posted on ottobre 17th, 2014, by Giovanna

Quest’estate ho portato le mie bambine con mio padre ad Asiago, abbiamo visitato molte volte l’altopiano e così il nonno ha deciso di mostrarcelo sotto un punto di vista diverso.
All’arrivo siamo andati a visitare l’ex Cimitero Militare della Grande Guerra Italiano a Val Magnaboschi Lemerle Zovetto di Cesuna e affianco il Cimitero Inglese, le bambine hanno voluto testimoniare la loro presenza lasciando la propria firma e una dedica nei registri che si trovano all’entrata, hanno iniziato a fare subito un sacco di domande sul perché della guerra, sul numero dei morti, chiedevano se i bambini durante la guerra potessero andare a scuola e in quali condizioni vivevano…
Per il pranzo abbiamo scelto di andare vicino a dove eravamo, al Rifugio Kubelek che si trova a Cesuna di Roana in cima al Monte Zovetto, famoso nella guerra per via delle molte battaglie combattute, ma, dopo aver parcheggiato l’auto davanti al rifugio, ci siamo incamminati sul sentiero alla ricerca delle trincee scavate 100 anni fa e dopo pochi minuti abbiamo trovato quello che cercavamo, ho letto l’orrore e la paura in faccia alle bambine nel percorrere quei fossati fangosi e visitando quei buchi freddi e angusti che hanno fatto pure da dimora ai nostri soldati.
Dopo una breve passeggiata abbiamo deciso di cambiare direzione e per rallegrarci un pochino abbiamo fatto qualche foto alle mucche al pascolo, infine siamo andati al ristorante.
Da questo posto c’è un panorama bellissimo, si riesce a contare tutti i sette campanili dell’altopiano!

Asiago-foto-Giovanna-Grande-Guerra3
Dopo pranzo portiamo le bambine in centro ad Asiago, per le solite tappe di rito, il palazzetto del ghiaccio, il parco affianco con i gonfiabili e il trenino lillipuzziano.
Verso la via del ritorno ci fermiamo al solito caseificio di fiducia, il Pennar, per la scorta di formaggi e in fine ci fermiamo al Museo della Grande Guerra a Canove (Roana) dove sono esposti oltre 5000 reperti di ogni genere e diversi effetti personali quali, indumenti, attrezzi, suppellettili, decorazioni, documenti ufficiali, testimonianze personali e via dicendo.
Il nonno ha cercato di spiegare cosa è successo tra il 1915 e il 1918, ha parlato in maniera semplice ma veritiera a bambine di 8 e 9 anni per far capire loro che se siamo qui ora lo dobbiamo al sacrificio dei nostri soldati, di uomini semplici e di eroi che hanno dedicato la loro vita per il nostro futuro, è importante conoscere, imparare e non dimenticare mai perché non si ripetano più tali atrocità, perché noi siamo tutti figli di una guerra passata.